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Il fenomeno della conduttività elettrica cutanea

Sul rapporto fra cute e elettricità sono stati fatti profondi studi con i più svariati tipi di sperimentazione. Da un punto di vista biologico si ha l’impressione che queste cariche periferiche siano un epifenomeno della diffusibilità, con il carattere di energia a perdere. Sembra infatti che non esistano modelli di comportamento controllati a feed-back dell’elettricità di superficie. La difficoltà di ottenere dei dati certi non facilita la comprensione della complessa fenomenologia elettrica cutanea. Si può parlare di un comportamento elettrico “passivo” dovuto ai gradienti spontanei nelle zone di conduttività lenta, corrispondenti alle intersezioni fra strato e strato prodotte da differenti quozienti di conduttività e resistività tipici di ogni tessuto. Queste aree di conduttività lenta sono parallele alla cute, mentre invece altre strutture anatomiche passanti, come sistema pilifero e sudoriparo, dotate di rilevante conduttività, sono perpendicolari alla superficie e drenano rapidamente energia che si perde sia per flusso che per scarica che per emanazione. Al rimpiazzo dell’energia perduta provvedono gli infiniti processi molecolari dei vari organi. Il comportamento elettrico spontaneo della cute è variabile per la grande quantità di fattori condizionanti. La presenza di potenziali variabili (proiettati sulla cute da visceri, cuore, cervello, muscoli, ecc.) influisce sul ciclo circadiano con le sue variazioni neuro-metaboliche. Condizioni emozionali, affaticamento, impegno fisico e intellettuale sono altri fattori modificanti.

Dalla constatata presenza di sistemi di linee isopotenziali policentriche collocati lungo il rafe mediano, si è cercato comunque di ricavare una mappa elettrica cutanea sia umana che animale. Dalla linea centrale alla periferia aumentano i valori negativi dei potenziali. I cosiddetti “meridiani”, che intersecano queste linee, presentano appunto questo graduale mutare di potenziali che li fa sede di un percorso elettrico preferenziale. Questa caratteristica è stata chiamata bio-potenziale cutaneo (Cantoni e Potigny, Voll e altri) e fatta oggetto di studi particolari allo scopo di ricavarne parametri utili alla valutazione della condizione energetica dell’individuo.

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